Lezioni di greco antico: le leggi dell’accento

Sesta lezione di greco antico: le leggi fondamentali che regolano l’accento greco

In greco antico, l’accento occupa uno spazio notevole e molto importante: una parola greca, infatti, a seconda di come era posizionato l’accento, poteva assumere diverso significato: es. νόμος (pron. nómos) «legge», νομός (pron. nomós) «pascolo».

Fondamentali sono, quindi, le leggi che regolano l’accento greco.

Come abbiamo visto, in greco l’accento può essere acuto, grave e circonflesso (per l’accento grave vedi la lezione precedente).

L’accento acuto può trovarsi, nel corpo di una parola, sull’ultima o sulla penultima o sulla terzultima sillaba, breve o lunga.

Se una parola ha l’accento acuto sulla terzultima sillaba si chiama proparossitona: es. ἄνθρωπος «uomo», θάλασσα «mare».

Se una parola ha l’accento acuto sulla penultima sillaba si chiama parossitona: es. λύπη «dolore», πολίτης «cittadino».

Se una parola ha l’accento acuto sull’ultima sillaba si chiama ossitona: es. ἀρετή «virtù», κριτής «giudice».

L’accento circonflesso può stare, invece, sulla penultima e sull’ultima sillaba, ma soltanto se la sillaba è formata da una vocale lunga per natura o da un dittongo.

Se una parola ha l’accento circonflesso sulla penultima sillaba si chiama properispomena: es. γλῶσσα «lingua», Μοῦσα «Musa».

Se una parola ha l’accento circonflesso sull’ultima sillaba si chiama perispomena: es. ἀρετῆς, φηγοῦ.

Leggi dell’accento

Le leggi fondamentali che regolano l’accento greco sono 4:

1 Legge del trisillabismo (o di limitazione): l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba se l’ultima è breve, nè oltre la penultima se l’ultima è lunga.

Una parola è proparossitona, quindi, se l’ultima sillaba è breve: es. ἄνθρωπος (-ος è breve).

Se nella flessione l’ultima sillaba da breve diventa lunga, la parola proparossitona diventa parossitona (con accento acuto sulla penultima): es. ἄνθρωπος > ἀνθρώπου (il dittongo ου è lungo).

Una parola properispomena, cioè con accento circonflesso sulla penultima sillaba, diventa parossitona se l’ultima sillaba da breve diventa lunga: es. γλῶσσα > γλώσσης.

2 Legge σωτῆρα (o del trocheo finale): le parole che terminano con un trocheo (è un piede formato da una sillaba lunga e una breve) sono sempre properispomene: es. σωτῆρα (la sillaba τῆ è lunga, la sillaba ρα è breve).

3 Legge ἔγωγε (o di Vendryès): le parole properispomene trisillabiche con la terzultima sillaba breve, nel dialetto attico diventano proparossitone: es. δικαῖος > attico δίκαιος, ἑτοῖμος > attico ἕτοιμος.

4 Legge del dattilo finale (o di Wheeler): le parole che terminano in dattilo (cioè con una sillaba lunga e due brevi), originariamente ossitone, diventano parossitone: es. *πατρασί > πατράσι.

2 Risposte a “Lezioni di greco antico: le leggi dell’accento”

  1. In greco antico vedo parole che recano due accenti acuti,tipo εφοβηθημεν con accento acuto in terza e quinta posizione. Come si spiega ciò? Grazie.
    Carlo Ferrando

    1. Ciao,
      Allora in greco antico esistono alcune parole monosillabiche e bisillabiche che non hanno accento proprio, ma si appoggiano alla parola che precede, formando con essa un’unica unità fonetica: queste parole sono dette “enclitiche”, come per esempio il pronome indefinito τις. Se prendiamo l’espressione άνθρωπός τις, si noterà che il termine ànthropos presenta due accenti; il primo accento è quello ortotonico, cioè l’accento proprio del nome, il secondo accento acuto sull’ultima sillaba è dovuto all’enclitica τις che si appoggia al nome.

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