Lezioni di greco antico: introduzione alla Morfologia

7ª lezione sullo studio del greco antico: introduzione alla Morfologia. La Declinazione: nozioni preliminari

E’ il momento di passare ad argomenti più complessi, ma indispensabili per la comprensione della lingua greca antica. In questa nuova lezione, affronteremo l’argomento “Morfologia”, ovvero lo studio delle forme grammaticali.

La Morfologia greca, come quella latina, comprende la declinazione, cioè la flessione dei sostantivi, degli aggettivi, dei participi e dei pronomi.

Il greco antico, infatti, è una lingua flessiva (così il latino), ossia è formata da elementi grammaticali (affissi) che vanno a modificare le parole: prefissi, suffissi, desinenza.

La radice è l’elemento principale di una parola, è la parte invariabile formata generalmente da un monosillabo o un bisillabo: la radice, unita ad un prefisso oppure a più suffissi, forma il tema di un nome (tema nominale): es. φίλος = la radice di questo sostantivo è φίλ- mentre ο- è il suffisso, ς è la desinenza; radice + suffisso formano il tema. Si può quindi concludere che il tema di un nome si ricava togliendo la desinenza.

RICAPITOLANDO

La radice è un monosillabo o un bisillabo che, unito ad un prefisso o un suffisso forma il tema nominale.

Il prefisso è un elemento che si premette alla radice.

Il suffisso è un elemento che si aggiunge alla radice.

La desinenza è un elemento variabile che si aggiunge al tema del nome: indica (come vedremo) il numero, il genere e il caso.

morfologia

DECLINAZIONE

In greco antico le declinazioni sono tre (in latino 5) e si differenziano per l’uscita del tema:

La prima declinazione ha i temi in

La seconda declinazione ha i temi in -ο

La terza declinazione ha i temi in consonante, vocale e dittongo

Come in latino, la declinazione greca ha tre generi: maschile, femminile e neutro.

I numeri, invece, sono tre: singolare, plurale e duale (in latino manca il duale). Il duale viene usato (anche se è molto raro) per indicare persone o cose in numero di due.

I casi sono cinque: nominativo, genitivo, dativo, accusativo e vocativo (in latino sono sei, poichè ha anche l’ablativo).

I CASI

Nominativo: è il caso del soggetto, dell’attributo, dell’apposizione, del complemento predicativo del soggetto, del predicato nominale.

Genitivo: è il caso del complemento di specificazione.

Dativo: è il caso del complemento di termine.

Accusativo: è il caso del complemento oggetto.

Vocativo: indica il complemento di vocazione (in realtà il vocativo non è un vero e proprio caso, poichè non ha desinenza propria, ma è uguale al nominativo o al puro tema).

Nota: in greco, come già detto, manca l’ablativo che apparteneva alla primitiva lingua greca; il caso è stato assorbito in parte dal genitivo, in parte dal dativo. Un altro caso scomparso è l’antico locativo, che indicava stato in luogo: resta qualche traccia nell’avverbio οἴκοι «in casa» (la desinenza ), come nel latino domi «in casa», ruri «in campagna», Romae «a Roma».

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