Lezioni di greco antico: le lettere “scomparse”

In questa terza lezione, ci occuperemo delle lettere che appartenevano ad antichi alfabeti greci, ma del tutto estranee all’alfabeto ionico-attico

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Alessandro Magno – battaglia di Isso. Mosaico dalla casa del Fauno. È conservato al Museo Archeologico di Napoli

Premessa

Il greco che si studia nel Liceo classico e nell’Università non può essere considerato come una vera e propria “lingua”, bensì un dialetto. Il concetto di “greco comune” (κοινὴ διάλεκτος), vale a dire di un greco sentito dai suoi parlanti come “lingua nazionale” di un vasto territorio è un fenomeno linguistico di epoca ellenistica, databile all’incirca dalla morte di Alessandro il Grande (323 a.C.) e la successiva formazione dei Regni ellenistici. Prima di tale evento, la lingua greca era suddivisa in svariati dialetti: ogni regione della Grecia, addirittura ogni città aveva una propria parlata locale, anche scritta nei documenti pubblici e privati.

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I principali dialetti letterari greci

Le principali forme dialettali sono lo ionico, l’attico, il dorico, l’eolico. Questi dialetti, così diversi fra loro, sono fondamentali, poichè assunsero dignità letteraria fin dall’epoca più antica (VII-VI sec.). Ogni genere letterario, infatti, è strettamente legato ad uno specifico dialetto:

Il dialetto ionico, parlato essenzialmente in Asia Minore, è la lingua dell’epica (Omero, Esiodo), dell’elegia, del giambo, dell’epigramma, della prosa di Erodoto.

Il dialetto dorico, tipico della regione del Peloponneso, è la lingua della lirica corale (Alcmane, Pindaro, Bacchilide, Ibico) e dei cori tragici.

Il dialetto eolico, parlato a Lesbo, in Tessaglia e Beozia, è la lingua della lirica monodica (Alceo, Saffo).

Il dialetto attico, parlato nella regione dell’Attica e ad Atene, ebbe una tale importanza da essere considerato la “lingua” per eccellenza: l’egemonia politica e culturale dell’Atene «classica» (V-IV a.C.) contribuirono al prestigio dell’attico, tant’è vero che oggi viene impiegato come lingua «esemplare» per l’apprendimento del greco nel Liceo classico. Il dialetto attico è, infatti, la lingua della tragedia (Eschilo, Sofocle, Euripide), della commedia (Aristofane), della storiografia (Tucidide, Senofonte), dell’oratoria (Demostene, Eschine, Lisia, Isocrate), della filosofia (Platone, Aristotele).

Esistono lettere, appartenenti ad antichi alfabeti greci, che però sono del tutto estranee al dialetto attico:

ς: stigma. E’ un’antica lettera che corrispondeva al gruppo στ. Viene usato in attico per indicare il numero 6.

ϝ: digamma o vau. Così chiamato perchè rappresenta due gamma maiuscoli sovrapposti l’uno all’altro. Era pronunciato come la labiale spirante v. Si trova ancora qualche traccia in Omero, nei dialetti eolici e dorici. In seguito, scomparve senza lasciare traccia, talvolta lasciando spirito aspro: es. ϝέσπερος = ἕσπερος, «sera».

j: jod. E’ una semiconsonante che scomparve in epoca molto antica, lasciando spirito aspro, oppure dando luogo a vari mutamenti fonetici.

ϙ: coppa. Corrisponde alla q latina. Viene usato per indicare il numero 90.

ϡ: sampi. Viene usato come numerale. Indica il numero 900.