Lezioni di greco antico: 1ª declinazione (parte 1)

Ciclo di lezioni sul greco antico. Nono appuntamento: la prima declinazione (temi in -α), caratteri generali, i sostantivi femminili, particolarità (prima parte)

Nelle lezioni precedenti abbiamo visto che il greco antico possiede tre declinazioni, che si differenziano tra loro a seconda dell’uscita del tema. In questa prima parte, parleremo della 1ª declinazione (tema in -α): i sostantivi femminili.

La prima declinazione (che corrisponde alla 1ª declinazione latina) comprende molti nomi femminili e pochi nomi maschili il cui tema esce in.

I nomi femminili possono avere, al nominativo singolare, due terminazioni: in e in (es. μοῖρα, λύπη). Questo perchè l’ del tema può essere puro o impuro, breve o lungo:

L’ -α è puro, quando è preceduto da ε, ι, ρ*: es. φιλοσοφία, γέφυρα, βασιλεία. Normalmente, l’ -α puro è lungo e si conserva in tutta la declinazione. L’ -α puro è breve in alcuni casi: nei sostantivi che terminano in -τρια, -εια, -οια, -ρα oppure quando nella penultima sillaba è presente un dittongo o.

L’ -α è impuro, quando è preceduto dalle altre consonanti tranne ρ: es. θάλασσα, τράπεζα, ἀρετή. Come si può ben intuire, l’ -α impuro lungo, nella flessione del singolare, diventa , ma resta nel plurale e nel duale. L’ -α impuro è breve, invece, quando è preceduto da σ, σσ, ττ, ξ, ζ, ψ, λλ e diventa nei casi indiretti del singolare (genitivo e dativo): es. θάλασσα, gen. θαλάσσης.

*Nota: fanno eccezione, apparentemente, alcuni sostantivi, a causa della scomparsa di consonanti: κόρη (da κόρϝη), δέρη (da δέρϝη), κόρρη (da κόρση). Il digamma e il sigma sono caduti.

Flessione di un nome femminile in -α puro lungo: σοφία, σοφίας «sapienza»:

SINGOLARE                                PLURALE                                   DUALE

N. ἡ σοφία                                    αἱ σοφίαι

G. τῆς σοφίας                               τῶν σοφιῶν                                N.A.V.  τὼ σοφία

D. τῇ σοφί                                   ταῖς σοφίαις                                 G.D.   τοῖν σοφίαιν

A. τὴν σοφίαν                                τὰς σοφίας

V. ὦ σοφία                                    ὦ σοφίαι

Flessione di un nome femminile in -α puro breve: γέφυρα, γεφύρας «ponte»:

SINGOLARE                                 PLURALE                                 DUALE

N. ἡ γέφυρα                                  αἱ γέφυραι

G. τῆς γεφύρας                             τῶν γεφυρῶν                            N.A.V.  τὼ γεφύρα

D. τῇ γεφύρ                                ταῖς γεφύραις                              G.D.  τοῖν γεφύραιν

A. τὴν γέφυραν                             τὰς γεφύρας

V. ὦ γέφυρα                                 ὦ γέφυραι

Flessione di un nome femminile in -α impuro lungo: ἀγάπη, ἀγάπης «amore»:

SINGOLARE                                  PLURALE                                  DUALE

N. ἡ ἀγάπη                                    αἱ ἀγάπαι

G. τῆς ἀγάπης                               τῶν ἀγαπῶν                              N.A.V.  τὼ ἀγάπα

D. τῇ ἀγάπ                                   ταῖς ἀγάπαις                               G.D.  τοῖν ἀγάπαιν

A. τὴν ἀγάπην                                τὰς ἀγάπας

V. ὦ ἀγάπη                                    ὦ ἀγάπαι

Flessione di un nome femminile in -α impuro breve: γλῶσσα, γλώσσης «lingua»:

SINGOLARE                                  PLURALE                                    DUALE

N. ἡ γλῶσσα                                  αἱ γλῶσσαι

G. τῆς γλώσσης                             τῶν γλωσσῶν                              N.A.V.  τὼ γλώσσα

D. τῇ γλώσσ                                ταῖς γλώσσαις                               G.D.  τοῖν γλώσσαιν

A. τὴν γλῶσσαν                             τὰς γλώσσας

V. ὦ γλῶσσα                                 ὦ γλῶσσαι

OSSERVAZIONI

Il vocativo è uguale al nominativo.

Il genitivo plurale è sempre perispomeno, sia nei nomi femminili che in quelli maschili (come vedremo): la terminazione -ῶν deriva da -άσων, il sigma intervocalico è poi caduto, quindi si ha -άων e infine -ῶν per contrazione delle vocali. ECCEZIONE: fa eccezione il nome ἡ ἀφύη «sardina», che al gen. plur. è parossitono (τῶν ἀφύων).

L’uscita del nominativo e vocativo plurale -αι, pur essendo un dittongo, è considerato sempre breve ai fini dell’accento.

2 Risposte a “Lezioni di greco antico: 1ª declinazione (parte 1)”

  1. Ciao,
    Chiedo aiuto per poter tradure le parole scritte su una medaglia di bronzo dal tempo dei daci.
    Ecco il testo:

    ΠΟΥΔΗΩ
    ΑΤΛΙΟΣΩ
    ΝΤΩΡΙΟΜ
    ΥΟΝΟΛΩ
    ΤΑΠΕΩ

    Cordiali saluti da Romania!
    ps. vorrei mandarle anche le scansioni

    1. Salve,
      queste parole non corrispondono a termini del greco classico. Probabilmente, essendo parole scritte su una medaglia risalente al tempo della Dacia (che comprendeva i territori dell’attuale Romania, Bulgaria e Ungheria), sono nomi propri di persona traslitterati in greco. Comunque è molto interessante, mi mandi pure le scansioni se può.
      Cordiali saluti!

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